martedì 21 aprile 2015

Ada Fiore. Un altro genere di lotta: la scuola di Nicola De Donno.



In un articolo uscito sulle pagine culturali di un quotidiano locale il 16 aprile 2015, si auspica un’attenzione più sostanziale nei confronti di un grande personaggio della cultura salentina (ed io aggiungerei della scuola salentina):  Nicola De Donno.  Fulgido esempio di “self made man”, Nicola De Donno è stato un uomo forte, in grado di affrontare a testa alta con orgoglio e umanità, le sofferenze e le difficoltà della vita di ogni giorno. Egli aveva un bagaglio culturale notevole e raffinatissimo, tanto che in più di qualche occasione suscitava un certo timore reverenziale in chi gli si accostava.  Promotore instancabile di cultura e culture, ha insegnato a molti ricercatori indipendenti e non, che cosa significa possedere il gusto per i documenti storici, e che cosa significhi studiare storia locale e scrivere di storia locale.  Nicola De Donno, è stato una grande persona che ha lasciato una profonda testimonianza su Maglie, con il suo amore per le giovani generazioni  formatesi come me in quell’amato Liceo Capece, fucina di sperimentazione per le strutture e per il rinnovamento didattico.  E penso proprio che un altro genere di lotta, oggi più che mai debba riprendere quell’avanguardia didattica e formativa che lo stesso De Donno, nella sua scuola, già negli anni 80 aveva perfettamente individuato e realizzato a livello progettuale e di contenuti, e che mai come oggi potrebbe ritornare ed essere di grande interesse, attualità  ed efficacia per le nostre scuole. Diverse opzioni formative, tecnico-scientifiche, umanistiche, attività curriculari ed extracurriculari realizzate all’interno della scuola  in uno scambio continuo di idee ed energie, vita di comunità scolastica integrata e interattiva tra docenti e alunni. Una scuola che vorrei, e dunque un primo punto da cui partirei per un altro genere di lotta, guarda col cuore e con la mente a tutto quello spettro di potenzialità educative che già Nicola De Donno aveva realizzato con la sua esperienza di dirigente scolastico del Liceo Capece di Maglie. E partirei proprio dal suo esempio per guardare al futuro della nostra scuola e dei nostri figli, come un modello di sviluppo culturale ed educativo, che realizzi innovazione e tradizione, nel rispetto delle proprie radici ma che guardi al futuro della formazione, della pedagogia, e della crescita culturale dei giovani che guardi alla bellezza  del sapere nelle umane lettere,  alla scienza, alle nuove forme di comunicazione sociale, puntando a ridurre sempre di più i disagi che nascono da una nuova forma di analfabetismo, che è quello digitale. (ADA FIORE)

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