sabato 18 aprile 2015

CONSIGLIO - Antonio Gramsci di Diego Fusaro (Feltrinelli)



“Quella di Gramsci è la rosa dell’Ideale, ancora oggi non realizzato, di dare a tutti la libertà, tramite la forza della giustizia e di un agire appassionato che, quando anche la situazione sembra disperata e senza possibilità di riuscita, non abbandona ’ottimismo militante della volontà.” Diego Fusaro
Antonio Gramsci è, più di ogni altro, autore fecondamente “inattuale”, dissonante rispetto allo spirito del nostro presente. A caratterizzare il rapporto che l’odierno tempo del fanatismo dell’economia intrattiene con Gramsci è, infatti, la volontà di rimuoverne la passione rivoluzionaria, l’ideale della creazione di una “città futura” sottratta all’incubo del capitalismo e della sua mercificazione universale. Risiede soprattutto nell’attuale inattualità della sua figura la difficoltà di ogni prospettiva che aspiri oggi a ereditare Gramsci e ad assimilare il suo messaggio: ossia ad assumere come orientamento del pensiero e dell’azione la sua indocilità ragionata, fondata sulla filosofia della praxis dei Quaderni. Essa trova la sua espressione più magnifica nella condotta di vita gramsciana, nel suo impegno e nella sua coerenza – pagata con la vita – nella “lotta per una nuova cultura, cioè per un nuovo umanesimo”. Critica glaciale delle contraddizioni che innervano il presente e ricerca appassionata di un’ulteriorità nobilitante costituiscono la cifra del messaggio dell’intellettuale sardo: l’ha condensato lui stesso nel noto binomio del “pessimismo dell’intelligenza” e dell’“ottimismo della volontà”. Ereditare Gramsci significa, di conseguenza, metabolizzare la sua coscienza infelice e non conciliata, la passione durevole della ricerca di una felicità più grande di quella disponibile. Vuol dire, in definitiva, farsi carico della forza appassionata del perseguimento di un futuro più giusto, in cui tutti siano ugualmente liberi.

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