La Resistenza a lungo è
stata considerata solo una "cosa di sinistra": fazzoletto rosso e
Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come
carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i "ragazzi
di Salò". Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza
non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo
Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri.
Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di
ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai
figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato
centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di
morire con i suoi parrocchiani dicendo "vi accompagno io davanti al
Signore"; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai
nazisti perché "le nostre montagne sono nostre"; dei tre carabinieri
di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati
in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le
botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu
fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli
cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, autonomi come
Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai
bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati...
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