Il mio libro - E se un
giorno Socrate si fermasse davanti ai cancelli del Paradiso per discorrere di
vizi privati e pubbliche virtù con San Pietro? Ho immaginato questo curioso e
particolare siparietto, alle soglie del terzo millennio, che vede coinvolti due
dei massimi protagonisti, involontari, della controversa querelle tra fede e
ragione che anima il dibattito culturale e filosofico da millenni. Socrate,
dopo la morte, ottiene il premio della vita eterna tra i meritevoli, ma un
disguido gli impedisce di varcare la soglia dell'Empireo e deve attendere più
di 2400 anni perché qualcuno si accorga di lui. E quel qualcuno, naturalmente,
è proprio il custode delle chiavi, il santo a cui il Cristo ha affidato la custodia
del Regno dei Cieli. Da quell'incontro casuale scaturisce un intenso e fitto
dialogo sulla società dei nostri giorni, sui mali di cui essa si alimenta
quotidianamente e sull'incapacità del genere umano di sfuggire al lento declino
a cui sembra destinato. Con un'agile e fruibile prosa l'autrice prende per mano
il lettore e lo avvicina all'affascinante mondo dell'arte del pensiero. La
filosofia diventa così scienza alla portata di tutti, che si apre alla verifica
della quotidianità e diventa strumento per la sua comprensione. Alternando alla
narrazione estratti dei testi originali, Ada Fiore ci introduce nel mondo e nel
pensiero di Socrate, filosofo tra i più significativi dell'Occidente e figura
attualissima che si distingue per l'integrità morale della sua vita. Il
pensatore ateniese, più vivo che mai, sembra avere una risposta a ogni
preoccupazione di San Pietro, comprese quelle inerenti le pericolose derive
della politica nostrana. E se in mezzo a proclami elettorali e promesse di ogni
sorta, i politici contemporanei appaiono privi di proposte convincenti, il
"manifesto" di Socrate si caratterizza per la riscoperta di ideali a
lungo sopiti, che mettono in comunione, per una volta, i credi più disparati. Arriverà,
forse, dalla filosofia il germoglio di speranza per un futuro roseo? Ai
posteri, anzi agli avi, l'ardua sentenza.
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