Ottocento otrantini
passati a fil di spada. Una strage diventata leggenda e, tuttora, avvolta dalla
edificante aura del martirio di chi preferì la morte all’abiura della propria
fede. Ma fu proprio così? Un uomo fortunosamente scampato al massacro si aggira
per l’Europa per trovare le ragioni di tanta ferocia, per svelare il mistero di
quello che, da subito, gli appare come un vero e proprio atto di terrorismo. Tra
immense biblioteche, povere locande e palazzi apostolici; tra principi,
zingari, alti prelati e spie; tra Roma, Firenze, Venezia, Belgrado e Cracovia;
nell’Europa violenta e crudele, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del
Cinquecento, l’uomo, sopravvissuto alla strage di Otranto, valuta indizi,
accumula tracce, decifra segni. Tutto è ambiguo e contraddittorio. Le tessere
che raccoglie non combaciano come nel sontuoso mosaico della cattedrale di
Otranto. La verità è piuttosto una chimera cangiante e sfuggente. Ora
un’intuizione l’avvicina, ora un’altra la sfuma. Quella che resta è un’amara
considerazione che attraversa i secoli e giunge fino a noi con sorprende
attualità.
Raffaele Gorgoni,
giornalista, è inviato speciale della Rai. Ha realizzato reportage nell’Europa
Sud Orientale e in Medio Oriente. Ha pubblicato saggi e reportage su diverse
riviste e collabora a “Il Corriere del Mezzogiorno”. Ha pubblicato L’oratorio
della peste (Besa, 2005) e Communism, bed & breakfast (Besa, 2007).
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