L'uomo è un animale
politico "per natura" - spiegava Aristotele - perché capace di
amicizia, bisognoso di mettere in comune conoscenze, capacità, tecniche,
lavoro. Dopo il peccato di Adamo ed Eva - sosteneva Agostino l'uomo è esposto
alla "jacquerie" permanente delle passioni e del disordine
antisociale. E se la politica fosse proprio un rimedio alla natura ambigua
dell'uomo? Un dibattito ampio, quello medievale, fatto anche di casi di studio
curiosi, come quello del gigante Nembrot, o del popolo dei Pigmei, o
dell'oratore sapiente che dà vita alla civiltà, o quello della città delle donne.
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