C'è una curiosità e c'è
una passione, in questo libro. Perché gli uomini e le donne si consegnano al
potere? Perché lo fanno tanto spesso con entusiasmo, accettando non solo di
uccidere, ma anche di morire, prima moralmente e poi fisicamente? Questa è la curiosità.
Quanto alla passione, la esprime una speranza: che ci siano vie di fuga da una
tale pratica d'obbedienza e morte. E qual è il compito - uno dei compiti,
almeno - del filosofo politico, se non di contribuire a immaginarne qualcuna?
Questa speranza, d'altra parte, si lega alla consapevolezza che non ci sono
mete ultime e definitive che guidino e garantiscano lo sforzo di fare del mondo
un posto migliore. Troppo spesso, semmai, è la ricerca ostinata di una
fuoriuscita "assoluta" dalla faticosa, splendida empiria di quel che
è umano a farne un posto peggiore.
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